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Quando i giovani non capiscono i social

24/05/2025 16:49

Silvio Carnassale

Varie, social, whatsapp,

Quando i (veramente) giovani non capiscono i social

Il caso della chat della scuola di Bassano pone l'accento sull'ignoranza del significato della parole tra i giovani. Ma anche sull'uso etico dei social.

Uomo nell'ombra

La vicenda della chat della scuola superiore di Bassano del Grappa, diventata virale, pone una volta di più interrogativi sull’efficacia del ruolo della scuola e sulle difficoltà di influenzare culturalmente, in maniera decisa e netta, sul sempre più pressante tema della violenza contro le donne. Ma non può non balzare all’occhio anche il fatto che sia stata utilizzata una chat di classe su Whatsapp, social sicuramente tra i più usati in tutte le fasce di età. 

 

La potenzialità dello strumento è ancora una volta stravolta dalla noncuranza sull’uso del mezzo e sulle conseguenze che ne derivano (sono stati gli screenshot della stessa chat, pubblicati su Facebook, a scatenare il caso mediatico). L’uso di un metodo come quello di un sondaggio, strumento principe per avere una statistica rapida ed efficace su scelte di qualsivoglia genere, o anche solo per organizzare degli appuntamenti, balza ancora più all’occhio. Possibile che non si distingua tra una preferenza di acquisto e una lista di nomi di ragazze che meritano di morire?

 

Citando la dichiarazione pubblica di scuse del ragazzo che ha creato la chat, si legge che “tutto questo non era nelle mie intenzioni. Ho scritto senza pensare al significato delle mie parole, al loro peso e al loro valore”. 

 

Alla scuola e agli esperti il compito enorme di far capire che questo è sbagliato fin dalla radice; ma sta ai professionisti della comunicazione e digitale come noi il dovere di raddoppiare gli sforzi, nelle scuole, nelle sale conferenze e negli eventi mediatici, per insegnare a utilizzare in modo consapevole il mezzo social, comprendendone le dinamiche e le sfaccettature. 

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